Tirocini sperimentali di servizio sociale
Testimonianza delle studentesse impegnate all’Opera Barolo
“Ma in cosa consiste questo tirocinio sperimentale?” È questa la domanda a cui noi, due studentesse universitarie di Servizio Sociale, inizialmente tentennanti, davamo risposta. Ricordiamo il nostro primo giorno di tirocinio, in cui giunte a Palazzo Barolo per il primo incontro, piene di aspettative e voglia di metterci all’opera, la cultura, la storia e l’arte caratteristiche di questo storico luogo sembravano divenire il punto centrale delle nostre attività. Inizialmente era ciò che destava in noi maggiore perplessità; tuttavia, successivamente, con il susseguirsi delle interviste poste agli enti del Distretto sociale – il complesso di edifici ed enti collocato tra Valdocco ed il Cottolengo, a Torino – abbiamo compreso il valore di quelle nozioni apprese circa la vita, le volontà, e le opere della marchesa fondatrice dell’Opera, Giulia di Barolo.La conoscenza e la comprensione dei valori, della spiritualità, dei principi che hanno orientato questa nobile donna nella sua opera di bene sono una fondamentale risorsa in quanto possono incrementare la consapevolezza circa la profondità della professione di un operatore sociale e farne ritrovare il senso (forse, ad oggi, un po’ smarrito). In una realtà come quella odierna, in cui la burocratizzazione e la “fretta del fare” sono i principali rischi a cui può affacciarsi l’operato di un professionista, sarebbe auspicabile nutrire maggior riconoscimento nella figura di questa donna ottocentesca i cui ideali e le linee d’azione si sono in realtà rivelati estremamente attuali.
Nella risalita dal primo momento di smarrimento è stato prezioso l’aiuto di Don Luca Peyron, consigliere dell’Opera e referente nel nostro tirocinio, nell’averci motivate; dell’Ingegner Fiorino, segretario generale dell’Opera, per le risorse messe a nostra disposizione; della tutor universitaria, la dottoressa Patrizia Cola, per il suo costante supporto; senza dimenticare, inoltre, tutti i professionisti, gli operatori e i volontari i quali hanno contribuito alla realizzazione di questo percorso.
Ad oggi alla domanda “ma in cosa consiste il tirocinio sperimentale?” risponderemmo in modo decisamente più sicuro, ma soprattutto soddisfatte di aver avuto la possibilità di “sperimentare”! Svolgere questo tipo di tirocinio permette di sviluppare autonomia, senso di responsabilità, creatività, motivazione, curiosità, e nuove capacità relazionali. Non avere avuto, in qualità di referente, un Assistente Sociale ha fatto si che non ci accomodassimo sulle conoscenze teoriche che avremmo potuto avere a disposizione e sul ruolo rassicurante che questa figura avrebbe potuto giocare nei nostri confronti ma, al contrario, ha ampliato i nostri margini d’azione dandoci la possibilità di partecipare attivamente promuovendo iniziative, immaginando un ipotetico ruolo dell’Assistente sociale all’interno del Distretto Sociale, muovendoci verso il raggiungimento degli obiettivi del tirocinio e, contemporaneamente, colmando giorno dopo giorno i nostri interessi personali e professionali. Ciò che ha generato in noi entusiasmo e ci ha fatto concludere quest’esperienza col sorriso è stato l’aver risposto ai diversi stimoli forniti dall’Opera in modo spontaneo e originale: da un lato nell’interazione con gli interlocutori incontrati nelle diverse realtà del Distretto Sociale; dall’altro, nell’adempiere ai diversi compiti universitari.
Al termine di questo viaggio possiamo affermare di aver acquisito un paio di lenti nuove per guardare alla realtà sociale: l’Opera Barolo ci ha dato la possibilità di addentrarci in un mondo di servizi che la città di Torino offre a persone di etnie, appartenenze religiose, sessi ed età differenti, in una dimensione in cui tutti questi elementi vengono accolti e valorizzati in linea con un unico obiettivo: fare del bene. Il bene che Giulia di Barolo ha posto come pietra fondante del suo agire e a cui ogni aspirante assistente sociale dovrebbe guardare con ambizione.
L’esperienza trascorsa ci permette dunque di tornare “a casa” con un bagaglio colmo di nuove conoscenze, maggiori consapevolezze e ricchezza di spirito: auguriamo alle future colleghe che si tufferanno in questa esperienza di poter trarre il meglio da ogni singola attività svolta o difficoltà incontrata lungo il percorso, con l’auspicio che questo progetto di collaborazione fra Università di Torino e Opera Barolo possa continuare, mettendo così a disposizione degli studenti e delle studentesse di Servizio sociale la propria valenza formativa.
Articolo di 24/07/2017