Nei laboratori del Politenico le maschere da snorkeling diventano respiratori
Creatività, stampa 3D e soprattutto voglia di fare qualcosa di utile per aiutare chi combatte in prima linea contro la pandemia. È nato così, in pochissimi giorni, da una start up brianzola il progetto delle valvole Charlotte, capaci di trasformare le maschere da snorkeling full face di un noto marchio di abbigliamento e attrezzatura sportiva in maschere respiratorie di emergenza. Un’iniziativa che arriva anche al Politecnico, grazie all’impegno di Alessandro Ferraris, giovane assegnista di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale e alla disponibilità del Centro Interdipartimentale IAM@polito, che ha subito accolto l’idea di impiegare le proprie stampanti per l’additive manufacturing per realizzare le valvole.
Le reazioni
“Io sono alessandrino, di Valenza, e ho potuto toccare con mano fin da subito il tragico impatto dell’epidemia”, spiega Alessandro Ferraris: “Ho pensato che era giusto fare qualcosa e ho trovato i contatti con chi stava distribuendo il file di stampa delle valvole. Ho subito proposto al Politecnico di partecipare alla produzione e ho trovato una risposta prontissima nel Centro IAM”.
“Abbiamo pensato di metterci a disposizione con i nostri impianti e il nostro lavoro”, spiega il Direttore del Centro IAM Luca Iuliano: “Grazie alla disponibilità dei ricercatori Flaviana Calignano e Giovanni Marchiandi abbiamo così prodotto in due giorni 50 pezzi in nylon, materiale che avevamo a disposizione nei nostri laboratori”.
A questi si sono aggiunti quelli che parallelamente lo stesso Ferraris – un passato di studente PoliTo con una significativa esperienza nel Team studentesco H2poliTO – sta producendo nella spin off dell’Ateneo Beond, di cui è CTO e fondatore, insieme a Massimiliana Carello e Andrea Airale. Si sono aggiunte alla produzione anche altre aziende del territorio ed è stato così possibile raccogliere anche le maschere per i test di adattabilità e consegnare ieri sera alla Protezione Civile di Acqui Terme le prime 150 valvole, che saranno smistate su tutto il territorio piemontese per garantire più protezione ai medici di famiglia e agli operatori che devono recarsi nelle case dei pazienti positivi. Le maschere così adattate grazie a questi componenti vengono infatti utilizzate togliendo il boccaglio e aggiungendo un filtro per dotare i medici di una maschera facciale che azzera la possibilità di contagio.