Marta Cartabia, «In tutti i rami del sapere si gioca la democrazia»

Seminare nel campo dell’istruzione significa investire nei cittadini di oggi e di domani. Un nesso strettissimo lega il destino della democrazia e dell’educazione: questa è l’urgenza che si pone all’attenzione di tutti.

[…]. Ma le democrazie costituzionali contemporanee sembrano attraversare una fase di crisi […] mostrano aspetti di fragilità, soprattutto sotto l’impatto dei nuovi media. A questo proposito è bene ricordare che «crisi» non significa di per sé «declino». Un periodo di crisi infatti può preludere a «nuovo inizio» […] Così come nei passaggi delle età della vita, attraversare una fase di crisi può introdurre a una più solida consapevolezza […].

Il manifesto della democrazia italiana nella Carta costituzionale è contenuto nel suo primo articolo: La sovranità appartiene al popolo. Appartiene. La scelta di questo verbo fu oggetto di vivace dibattito e di ponderato e oculato esame. Una parte dei padri costituenti insisteva nel sottolineare che in una democrazia la sovranità non può che risiedere nel popolo. L’altra prediligeva invece l’idea di una sovranità che emana o promana dal popolo, quale fondamento di ogni potere costituito […].

L’avvento dei nuovi strumenti tecnologici e delle loro straordinarie potenzialità ha fatto immaginare l’imminente avvento della e-democracy capace di realizzare il sogno di una «global agora» […]. Di là dal fatto che tali aspirazioni non sono ad oggi corroborate dai dati di esperienza, che al contrario hanno fatto emergere alcuni preoccupanti aspetti di criticità di fronte a tali evoluzioni della tecnologia che stanno profondamente trasformando la vita della polis […].

La Costituzione non si limita ad affermare che la sovranità appartiene al popolo, ma precisa che tale sovranità popolare: «nelle forme e nei limiti della Costituzione».

Quanto ai limiti della democrazia basti qui richiamare l’insegnamento intramontabile di Montesquieu: che ogni potere – politico, economico o giuridico – che non conosca limiti strutturali diventa facilmente tiranno. Sicché occorre che il potere limiti il potere […].

Quanto alle forme in cui si esprime la sovranità popolare, la democrazia voluta dalla nostra Costituzione trova il suo asse portante nella forma della democrazia rappresentativa. L’architettura della forma di governo prescelta è quella parlamentare, che vede nell’assemblea rappresentativa il perno istituzionale […].

Oggi molti segnalano la crisi dei partiti o, quantomeno, la loro profonda trasformazione. I partiti sembrano perdere il loro ruolo centrale a fronte della pervasività comunicativa dei media e dei nuovi media, che favoriscono l’emergere di singole personalità carismatiche. Su questo fronte si contrappongono due diverse linee di pensiero, che con una qualche semplificazione potremmo definire dei “tecno-ottimisti” […] che ritengono che Internet e i motori di ricerca tipo Google siano diventati componenti essenziali della vita nella «piazza pubblica» contemporanea. Nella sua lettura, la rete offrirebbe spazi inediti che contribuiscono a formare l’opinione pubblica, […] e dei «tecno-pessimisti» che evidenziano tre fondamentali pericoli per il cittadino, che si trova «solo» nella rete: la polarizzazione dell’opinione pubblica, la sua eterodirezione e la disinformazione[…].

Oggi come sempre, è sulla capacità di un pensiero libero e critico del cittadino, in tutti i rami del sapere e del fare a cui ciascuno è specificamente chiamato, che si gioca la partita della democrazia. Questa affermazione, valida in ogni epoca, lo è ancor di più oggi in considerazione dello scuotimento tellurico che la diffusione dei nuovi media sta provocando non solo sul sistema dell’informazione, ma anche sulla stessa capacità di conoscenza del genere umano (Buccellati).

Di qui il grande compito democratico che l’educazione universitaria è chiamata a svolgere.

Marta CARTABIA, presidente della Corte Costituzionale

Condividilo!