Tatto: un senso utile anche ai movimenti
Quando si afferra un oggetto il senso del tatto, oltre a delinearne le caratteristiche, dà indicazioni riguardo la posizione e il movimento degli arti impegnati nell’esplorazione. È questa la scoperta rivoluzionaria di un team di neuroscienziati e ingegneri dell’Università di Roma «Tor Vergata», della Fondazione Santa Lucia, dell’Università di Pisa e dell’Istituto Italiano di Tecnologia il cui studio è stato pubblicato sulla rivista «Science Advances». I segnali della propriocezione, ovvero quelle informazioni che riguardano senso della posizione e velocità del corpo, erano stati finora associati erroneamente solo ai recettori meccanici presenti nel sistema muscolo-scheletrico. I recettori presenti nella pelle, al contrario, erano alla base unicamente del nostro senso del tatto. «Lo studio ci ha permesso di dimostrare che questa separazione non è poi così netta, e abbiamo fatto un passo importante per capire come funziona la nostra percezione del mondo», spiega Alessandro Moscatelli, uno dei ricercatori. La teoria è stata verificata attraverso un esperimento: il compito di «disegnare» con il dito una linea retta veniva portato a termine in maniera più corretta dai partecipanti se dotati di guanti per attutire l’«elemento disturbante» costituito da una superficie con linee increspate. In modo simile a come avviene per la propriocezione, il senso del tatto dovrebbe essere quindi in grado di fornire una guida al nostro sistema nervoso per controllare i movimenti del nostro corpo, in particolare degli arti. Le applicazioni di questa scoperta sono interessanti in campo tecnologico e industriale, per esempio per processi di progettazione di prototipi e ispezione da remoto, ma anche in ambito medico per diagnosi di malattie neurologiche associate ad una diminuzione della capacità di movimento e sensibilità tattile, come neuropatie diabetiche, lesioni nervose traumatiche e sclerosi multipla.
Marika ANDREOLI