Ecco il software contro la delinquenza: più sicurezza
Il tema della sicurezza é indubbiamente molto sentito dai cittadini. Una recente indagine ISTAT rivela che il 33,9% degli italiani ritiene di vivere in una zona a rischio di criminalità, il 41,9% è preoccupato di subire uno scippo o un borseggio, mentre il 60,2% teme furti nell’abitazione.
La percezione di insicurezza incide profondamente sulle nostre scelte. Fra le altre cose, riduce la propensione ad essere cooperativi e ad avere fiducia negli altri, scoraggia gli imprenditori, limita gli investimenti. Incide negativamente sulla crescita economica, e, a lungo andare, sullo sviluppo. Il contrasto alla delinquenza è dunque un’attività fondamentale, ed è compito primario dei governi. I politici sono molto attivi sul tema. Due provvedimenti recentemente approvati, il decreto sicurezza e il decreto sulla legittima difesa sono soltanto due dei tanti possibili esempi. Queste iniziative quadro, che determinano l’entità delle pene per le diverse tipologie di reato, hanno certamente un impatto, perché influenzano, direttamente o indirettamente, la propensione degli individui a delinquere.
Una questione di probabilità
Tuttavia, una gran parte dell’efficacia del contrasto alla criminalità dipende dalla probabilità che chi delinque venga assicurato alla giustizia (e ovviamente dal fatto che poi sconti effettivamente la pena). Previsioni di pene molto severe servono a poco se chi commette un reato prevede di poterla fare franca con un’elevata probabilità.
Ha dunque un ruolo fondamentale l’azione delle forze di polizia, che stanno attraversando un momento non facile. Da una parte, i vincoli di bilancio comportano una riduzione delle risorse destinate al settore. Dall’altra, la crisi economica rischia di aumentare la propensione a delinquere. Come fare, in questo contesto, a mantenere l’efficacia dell’azione delle forze di polizia italiane sui livelli elevati che tradizionalmente le caratterizzano?
Una risposta ci viene dagli sviluppi dell’information technology. La cosiddetta polizia predittiva utilizza i dati storici delle attività criminali, incrociandoli con altre variabili rilevanti, e identifica le aree del territorio e i momenti del giorno in cui è più probabile che si verifichino fenomeni di delinquenza, permettendo di convogliarvi le risorse per contrastarli. I software di polizia predittiva sono giá stati adottati da molte forze in Italia. Il loro successo è documentato da una ricerca di Giovanni Mastrobuoni, economista e professore presso il Collegio Carlo Alberto e presso l’Università di Torino. Il lavoro misura in particolare l’effetto dell’impiego di un software di polizia predittiva da parte dalla Polizia di Milano, mostrando che esso aumenta di 3 volte la probabilità di risolvere un caso di rapina, con l’identificazione e l’arresto del responsabile. I benefici in termini di riduzione di criminalità sono duplici: da una parte il criminale incarcerato non potrà più delinquere; dall’altra, ci sarà un effetto di deterrenza nei confronti di altri potenziali delinquenti, che si asterranno dal commettere reati di fronte ad un contrasto più efficace. Ci si potrebbe chiedere se i malviventi si indirizzino verso altre località non coperte da sistemi predittivi sofisticati. Analisi statistiche dettagliate mostrano che tale effetto, tecnicamente detto di displacement, non é significativo. Nel complesso, i benefici dell’attività predittiva superano nettamente i costi, e il suo impatto ha dimensioni davvero ragguardevoli, e per certi versi sorprendenti considerando la scarsa risonanza mediatica, rispetto ad altri provvedimenti finalizzati a contrastare la delinquenza. Possiamo trarre la lezione generale che spesso c’è poca corrispondenza fra la risonanza mediatica di un intervento e il suo impatto effettivo.
Un futuro più sicuro
Ma l’iniziativa ci dà anche un messaggio di ottimismo: le ristrettezze di bilancio, nelle quali stiamo vivendo, possono offrire l’opportunità di adottare con creatività nuove tecnologie, per mantenere inalterato il livello delle prestazioni anche in presenza di meno risorse. Si tratta, allo stesso tempo, di iniziative che, collocando il Paese all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, possono rappresentare un formidabile volano per la crescita.
Federico Boffa
Università di Bolzano