Libri: I quattro amori
I QUATTRO AMORI.
AFFETTO, AMICIZIA, EROS, CARITÀ
I quattro amori sono una delle opere più importanti dell’autore de Le cronache di Narnia, C.S. Lewis. Attraverso di essa l’autore ha voluto ricordare che nell’animo umano si trovano: l’affetto, l’amicizia, l’eros e la carità. Ognuno di questi ha una forma. Ognuno si eleva sulla base di un amore più basico. La forma di uno sarà il fondamento del successivo, e così via. Lewis ha scritto il libro dopo la conversione al cristianesimo; precisazione: non era cattolico, però apparteneva al “Movimento di Oxford” (o High Church) anglicano, molto vicino alla tradizione cattolica, per giuste questioni liturgiche e dottrinali, e per la comune lotta all’eresia modernista; anche per questo motivo fu amico di Tolkien, con il quale costituì il gruppo di amici “Inklings” (imbrattacarte), e di San Giovanni Calabria, fondatore delle congregazioni dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza; ed è stato uno degli autori più amati da San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Tornando al libro. Il merito de “I quattro amori” è duplice: da una parte ci mostra il passaggio dal Lewis apologeta al Lewis cantore dell’Amore; dall’altra di collocarci proprio nella centralità dell’Amore nel messaggio cristiano. Questa centralità fa sì che gli amori vadano ascendendo, dalla creatura al Creatore.
Ora, seguendo quell’ordine, troviamo al primo posto l’Affetto: è principalmente l’amore dei genitori per la prole. Lewis si sofferma sull’amore delle madri, che segue un determinato principio. È un amore che dà, che ha bisogno di dare. Non si esaurisce in questo dare, ma ha bisogno di essere necessario. Ed è il più espansivo perché è il più comune. Per questo si estende al di là delle relazioni materno-filiali, e ci avvicina a moltissime persone. È il paradigma dell’amore che rende compagni.
Subito dopo viene l’Amicizia, la fratellanza che sorge tra i compagni. Sono amici quelli che condividono una visione comune o quando in un gruppo una persona scopre l’altra. Anche se è un amore selettivo, non siamo noi a scegliere i nostri amici. È la Provvidenza che lo ha fatto fin dall’inizio dei tempi. Per questo l’amicizia è uno strumento mediante il quale Dio rivela a ciascuno, come in una festa, le bellezze di tutti gli altri. Nella festa è Lui che ha preparato la tavola. Poi ha scelto gli invitati. Ed è lui, alla fine, a cui dobbiamo sempre permettere di presiedere.
Passeremo a un’altra più corporea e sessualmente definita, l’Eros. Essa è l’amore tra l’uomo e la donna, concretamente la classe in cui si trovano coloro dei quali si dice comunemente che sono innamorati. Per Lewis l’eros è una tragedia, e lo è nel senso che si dirige verso un destino inevitabile: o diventa demonio, nel qual caso gli innamorati si aggrediscono fino a distruggersi, o si dirige a Dio, e allora l’eros è assorbito da un Amore superiore.
E poi l’ultimo, l’amore più alto: la Carità. È la sostanza stessa di Dio. Le Scritture dicono che “Dio è Amore”. È l’unico per il quale possiamo dire senza perdere la faccia che questo Amore basta. Per Lewis la Carità è essere nella pienezza di comunione con la sostanza divina. È stare in Cielo. I suoi anticipi sono alcune trance mistiche. Per questo si tratta di un amore molto raro. È così raro che non sappiamo se lo abbiamo gustato nella nostra vita. Finché c’è tempo, quindi, il nostro compito sarà quello di renderci consapevoli della sua assenza. Questo implica un difetto e un vantaggio: essendo consapevoli di qualcosa, ad esempio quando ricordiamo un sogno, ci rendiamo conto del fatto che eravamo un po’ svegli.
Perciò “I quattro amori” è molto probabilmente l’opera più incisiva mai scritta da un convertito (seppure non fosse cattolico), dopo le “Confessioni” di Sant’Agostino.
Titolo | I quattro amori. Affetto, amicizia, eros, carità Collana: Jaca Book Reprint, 2015 |
Autore | M. E. Ruggerini |
Editore | Jaca Book |
EAN | 9788816371262 |
Lunghezza | 130 pagine |