Libri: Resistenza e resa

Un epistolario che diventa uno dei saggi di teologia più potenti del ‘900

Si possono frequentare tanti saperi, all’università e al politecnico, e mai incrociare la teologia e neppure accorgersi che esista. Ma si può vivere un’esperienza cristiana, soprattutto se capita di fare studi universitari, senza incontrarla? O la teologia è qualcosa che riguarda solo i preti, i docenti di religione, qualche solitario cultore?

Ci si può introdurre alla teologia in un modo serio anche senza impegni disciplinari particolari. Lo si può fare leggendo il libro di teologia che ha avuto la più grande diffusione nel Novecento. Non è un testo di scuola o di ricerca, ma un epistolario, scritto in un carcere nazista, da parte di un pastore protestante  che aveva scelto di far parte del complotto che doveva eliminare Hitler. Imprigionato in attesa di giudizio, riesce a mandare a un suo caro amico una serie di lettere nelle quali intreccia la vita del carcere, le relazioni amicali e familiari, i pensieri del prigioniero, le letture con riflessioni che hanno una intensa tonalità teologica.

La sua situazione drammatica non gli impedisce di essere quello che aveva voluto essere, un uomo a servizio del Vangelo, della chiesa, dell’ecumenismo, dell’umanità in tanti modi e anche con grande impegno in campo teologico.

Resistenza e Resa

Resistenza e Resa

Queste lettere dal carcere, oltre alla verità personale dell’uomo, del cristiano e del pastore Dietrich Bonhoeffer, contengono degli abbozzi, delle intuizioni, degli spunti che saranno fecondi dal momento in cui verranno pubblicati (1950). Nonostante i molti decenni trascorsi mantengono una freschezza singolare perché fondono insieme vita e fede, vangelo e storia, teologia e ricerca umana, secondo un profilo che non manca di attualità.

Il pensiero di Resistenza e Resa

Negli stessi anni in cui si impegnava nella resistenza, aveva letto con attenzione critica Nietzsche e ne aveva accertato la sua critica al cristianesimo, condensato nell’invito ad essere fedeli alla terra, secondo il proclama di Zarathustra. La riflessione di Bonhoeffer è una delle prime significative risposte – con la parola e con la testimonianza – a questa critica radicale.

La fedeltà a Dio non compromette quella alla terra, anzi la intensifica. «Intendo dire questo – spiega nella lettera del 20 maggio 1944 –: Dio e la sua eternità vogliono essere amati con tutto il cuore; non in modo che ne risulti compromesso o indebolito l’amore terreno, ma incerto senso come cantus firmus, rispetto al quale le altre voci della vita suonano come contrappunto […]. Dove il cantus firmus è chiaro e distinto, il contrappunto può dispiegarsi con il massimo vigore

Le lettere sono state raccolte sotto il titolo di Resistenza e resa. In italiano ci sono l’edizione critica presso la Queriniana e una buona edizione annotata presso la San Paolo.

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