Gli atenei risorsa per il territorio
Per la pagina dei saperi una riflessione sul ruolo degli atenei nella società
Non da oggi vi è un interesse dei territori a volere l’insediamento di una sede universitaria perché rappresenti una risorsa per lo sviluppo locale e la spinta delle elite politiche locali in Italia come in altri paesi ha contribuito a moltiplicare le sedi.
All’università era però sufficiente soddisfare le attese, adempiendo alle sue missioni principali: didattica e ricerca, interpretate come fornire laureati all’economia locale e qualificare la didattica col supporto della ricerca più avanzata. Alcune facoltà a vocazione più tecnica come ingegneria o agraria assolvevano una funzione di consulenza per l’economia su temi specifici. Alcuni esempi meno virtuosi in aree depresse hanno visto anche università caricarsi di personale in funzione assistenziale. In ogni caso gli studenti coi loro consumi contribuivano a dare tono alla vita urbana e commerciale.
Fortunate quindi le città che, per ragioni storiche, già disponevano di una sede universitaria di grande tradizione e con capacità espansiva , come è stato il caso di Torino. Nel rapporto di una sede universitaria con il suo territorio è però subentrata dagli anni 1980 in poi una nuova stagione più impegnativa per entrambi. Affinché paesi sviluppati come quelli europei potessero mantenere i loro livelli di benessere e restassero competitivi nella globalizzazione è prevalsa l’idea della economia della conoscenza come loro necessario obiettivo strategico. Significa che industria e terziario devono produrre beni e servizi di alta qualità, derivata dall’incorporare risultati della ricerca, di base e applicata, la più avanzata, e servirsi di nuove tecnologie, specie le Ict, modelli organizzativi, modelli culturali oggetto anch’essi di progettazione scientifica e miglioramento continuo.
Si sono così andate sviluppando nelle università europee, oltre al rafforzamento della missione tradizionale di didattica e ricerca, anche intense attività di ricerca per conto delle imprese, il cosiddetto trasferimento di conoscenza e di tecnologia . Molte città si sono date piani strategici di sviluppo per affrontare la competizione internazionale per allocare queste preziose risorse, i loro produttori e consumatori, turisti compresi se si dispone anche di beni culturali. Si è anche presto riconosciuto però che, senza una opinione pubblica adeguatamente informata sui risultati delle indagini e sul valore della ricerca per la società e una cittadinanza piena di ciascun europeo, l’obiettivo strategico non sarebbe stato raggiunto: l’università si è attrezzata per questa comunicazione e coinvolgimento del pubblico dei non esperti verso la ricerca.
Numerose difficoltà incontra in Italia questa nuova fase : abbiamo rispetto al resto di Europa meno laureati, meno spesa pubblica per l’università, meno imprese innovative e che fanno ricerca, meno ricercatori universitari, meno città che perseguono piani strategici e più città con problemi di bilancio, movimenti sociali contrari alla scienza. Ma la via è questa anche per il nostro paese. Alcune università, tra cui quelle che godono di maggiori riconoscimenti nelle valutazioni della ricerca e della produttività, nazionali ed estere e hanno sede a Torino, Vercelli, Milano, Bologna, Padova, hanno dedicato attenzione strategica e risorse al trasferimento di conoscenza a imprese e servizi collettivi e alla comunicazione della ricerca al pubblico, definite sinteticamente come una ‘terza missione’ per sottolinearne l’importanza, naturale prosecuzione delle altre due, ricerca e didattica.
Proprio le difficoltà italiane caricano gli atenei di maggiori responsabilità verso lo sviluppo economico, sociale e ambientale dei propri territori e richiedono una interlocuzione seria e lungimirante con le amministrazioni locali, un rapporto stretto con l’Unione europea, l’ interazione con le imprese. L’Università di Torino ha intrapreso con decisione questa strada verso l’economia della conoscenza con molti suoi atti e rende visibile questo suo impegno con pubblicazioni, tra cui il recente rapporto UniTo per lo sviluppo del territorio e il Rapporto di sostenibilità annuale (vedi http://politichediateneounito.it), con nuovi spazi web (vedi www.unitonews.it, frida.unito.it/) ed eventi